venerdì 25 settembre 2009

ARUBA !!! (La Sveglia–29.10.08)


Se andate in qualunque agenzia di viaggi, tra i depliant troverete certamente quello di Aruba. Isola caraibica dalle bianche spiagge, clima caldo secco, meta da decenni di un ottimo turismo internazionale.
Aruba é piccolina, 20 Km x 9, solo il doppio della superfice del comune di Ortona e riceve circa 50.000 turisti l’anno. La capitale é come Ortona per abitanti, con case stile olandese-germanico, ordinata e pulitissima.
Io ci andavo nell’80/83, all’aeroporto, a ritirare della merce proveniente da Miami o Atlanta per poi riportarmela in Venezuela che é proprio lì di fronte.
Le visite erano brevissime, giusto il tempo di ritirare la merce e riprendere il volo con il vecchio Cessna2 del mio amico Manuel. Andavamo spesso, 1 o 2 volte al mese, erano solo 18 minuti di volo, ma per me era un’eternità di ebbrezza, di meraviglia e d’ammirazione per il mare sottostante, azzurro azzurro, e per il mio amico pilota che non dimenticava mai qualche giravolta in cielo prima di atterrare al “Reina Beatrix”.
In un paio d’occasioni abbiamo pernottato per aspettare merce il giorno dopo e così abbiamo approfittato a dare un’occhiata alla città ed alle splendide ragazze che la popolano.
Dall’alto era chiarissimo, venendo dal sud, il contrasto di colore che la barriera corallina formava sul mare. All’arrivo volavamo bassi e potevo vedere la schiuma delle onde infrante, le barchette dei pescatori di crostacei e quelle dei turisti.
Oggi, dopo tanti anni, Aruba é ancora nei depliant delle agenzie di viaggio di tutto il mondo, meta di giovani sposi, pensionati benestanti ed appassionati sub.
Ad una decina di chilometri dal centro città, verso est, c’è una importante raffineria di petrolio. Raffinano petrolio soprattutto d’altri Paesi, migliaia di barili al giorno. E’ un’area grande, proprio in riva al mare, con un molo dove attraccano le navi per il carico del raffinato e lo scarico del greggio.
A pochi chilometri c’é Curaçao. Un’isola speciale come poche viste, mix di culture, lingue, musica, architettura e storia. Grandi alberghi, immensi casinò, belle spiagge. Ho passato il Natale del 81 a casa di un amico libanese a Curaçao, nell’attesa che nascesse mio figlio Romeo. Il centro storico di Willemstad, con le sue case colorate, é Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Curaçao: un posto che molti naviganti ortonesi conoscono. C’é una gran raffineria Texaco proprio all’entrata del porto e chi ha lavorato in questo settore prima o poi ci passa. Ho visitato parzialmente questa raffineria nel 82 e sono rimasto sorpreso dall’ordine e pulizia in confronto di quelle venezuelane che erano delle belle schifezze.
Oggi, 2008, si parla di un centro oli nel comune di Ortona. Si parla di ambiente, spiagge, terribili malattie, Montepulciano, di un certo Di Giuseppantonio, dell’ENI, di Fratino & Di Martino, contrari e favorevoli, Petrolchimico!, Turismo, Miglianico e Viggiano, Vescovi  e Monsignori.
Gran confusione all’italiana. Ah, come rimpiango Aruba !

20 commenti:

Anonimo ha detto...

forse la stanchezza del lavoro settimanale mi ha un pò annebbiato il cervello, ma fatico a comprendere il senso di questo post...
Forse vuole essere un "tranquillante" per i timori verso il centro oli? Non saprei come interpretarlo altrimenti...
Forse la raffineria di Aruba era (e forse è) un esempio di come andrebbero erette certe strutture. Forse è vero (forse!) che rispettando tutte tutte le norme di igiene e sicurezza non siano così dannose....Però ahimè, gli esempi che abbiamo vicino casa ci dicono l'esatto contrario...

Bar dello Sport ha detto...

Cari Gianni e Romeo
avete notato che se si parla di candidati e persone arrivano 25 commenti, se si parla di altri argomenti non posta nessuno?
Proviamo così:
ABCD, ZOrri e Anonimi vari, Mrcodisciulliani e Montebeldelutiani, commentate stò articolo!

laritorna ha detto...

Avrei un commento da fare sul culo di Aruba nella foto. Se la vicinanza della raffineria non provoca danni alla "salute", benvenute raffigherie..oppss...raffinerie.

Gianni di Gregorio ha detto...

Ti assicuro che la foto é originale, però é di una turista. Comunque le arubeñe possono competere perfettamente.

Giovanni ha detto...

Ed io invece non ho capito il senso del primo commento. Si vuol forse dire che rispettando le norme di igiene e sicurezza, non imitando i vicini di casa, allora un centro oli, o raffineria che dir si voglia, sarebbe accetta?

Se così fosse mi chiedo perchè i comitati insistono sulla pericolosità di un tale insediamento e non sulla PRETESA e sul CONTROLLO che sia tutto come è (era) Aruba ...

Ah e come dice il Favollone ... Gianni quella foto distoglie l'attenzione dall'articolo! ;-)

Gianni di Gregorio ha detto...

GIOVANNI, Aruba é così, anzi anche di più. Però non ti distrarre altrimenti non ti ci porto.

Anonimo ha detto...

X GIOVANNI:

il mio intervento in realtà va nel senso contrario...
Era solo un cercare di interpretare il post...
Tornando ai comitati poi, non insistono sulla pericolosità così tanto per partito preso...lo fanno perchè danno peso alle parole di scienzati e ricercatori e non a quelle di qualche "politucolo" locale...

Giovanni ha detto...

@Anonimo: Si, lo so! Però la cosa che è mancata è stato appunto l'altro piatto della bilancia. D'altra parte una tale testimonianza, (che può essere vista anche come asettica e disinteressata), non è ugualmente un partito preso. Allora come mai ad Aruba c'è un turismo forsennato nonostante "il mostro" dietro l'angolo?

@Gianni: Prometto che non mi lascerò distrarre!

MARCO GIANGRANDE ha detto...

Ciao Gianni, sei sempre chiaro e diretto, quando scrivi colpisci veramente nel segno. In tutti i tuoi articoli descrivi l’evidenza e dai soluzioni semplici, logiche e giuste. Con un pizzico d’ironia che non guasta mai.
Stavolta,credimi, sono alla quarta lettura e non ancora capisco dove vuoi andare a parare e cosa ci vuoi comunicare.
Non sono un chimico/biologo/ingegnere/geologo, quindi lascio a chi ha questi titoli (purchè non sia sul libro paga delle stesse compagnie petrolifere) le valutazioni tecniche su quel tipo d’industrie.
La storia del cosiddetto “Centro PetrOli” è una tipica storia “all’itagliana” perché sono mancate 2 cose fondamentali per le quali dici anche tu di batterti: DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE.
Nessun ha mai votato per la petrolizzazione dell’Abruzzo, nessun politico ha mai messo tale argomento in un programma elettorale, nessuno ci ha mai detto il perchè diventeremo un distretto petrolchimico, nessuno sa perché lo siamo diventati.
Ecco: si vive in un territorio e non si possono subire decisioni di chi gioca a risiko dall’alto, imponendo "futuri", tra l’altro,cosi’ poco lungimiranti e nello stesso tempo vincolanti (in negativo) per tutto e tutti.
Poi di tutto il resto si puo’ parlare e straparlare fino a quando si vuole:ma la chiave di lettura comune mi sembra questa.
Marco.
Ps: forza Milan!

Gianni di Gregorio ha detto...

MARCUS, diavolo di un rossonero, ti spiego subito. Alcuni miei articoli sono semplici riflessioni, non sono delle dichiarazioni o soluzioni di problemi. Come vedi ARUBA ! é stata scritta a Ottobre 08 ed ero appena tornato da 2 mesi di Bogotà e sentivo mille commenti su questa storia del centro oli senza capirci tanto.
In campagna elettorale 07 si dava per scontato e sia Fratino che Coletti già pensavano a come spendere i soldi delle royalties. In un anno mi sono informato ed alcune cose sono cambiate.
L’articolo si divide in due parti: il ricordo della mia gioventù (allora avevo la tua età), le scorribande sui cieli caraibici, i viaggi a Miami, l’attesa di mio figlio, gli affari, la bella vita (Aruba rappresenta questo rimpianto) e la solita confusione all’italiana.
Il tema é lungo e complesso, fammi organizzare e ti riassumo tutto in modo schematico. CIAO

Gianni di Gregorio ha detto...

MARCUS, diavolo di un rossonero:
1 - Secondo me la radice del problema ha 3 responsabili ortonesi oltre ad altri: Puletti, Fratino e Di Martino. Sono stati i primi a sapere del progetto ENI ed hanno tenuto tutto nel cassetto fino al momento giusto. Molti anni dopo, quando tutti i tramiti burocratici nazionali e regionali erano già completi hanno tirato fuori le carte per il Consiglio comunale. Non essendoci stata ne reale presa di coscienza, ne informazione il tutto é stato approvato. Oggi l’ENI ha il terreno e tutte le carte e può iniziare Lunedì a lavorare. Inoltre bisogna sapere che poi i negoziatori verso l’ENI per conto del Comune sono stati Fratino e Di Martino, le persone sbagliate al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Il governo Berlusconi in questi mesi ha fatto il resto. Su problemi energetici o di interesse pubblico decide il Governo, enti locali zero.

Gianni di Gregorio ha detto...

MARCUS, lo sai che l’INTER ha perso?
2 – Certamente trivelle e serbatoi in mezzo alla campagna ortonese non sono il massimo. Oltre allo scontro di settore economico é proprio brutto da vedere. Già questa potrebbe essere una buona ragione per evitarla. Al mondo ci sono molti casi di raffinerie (attenzione: quella di Ortona non é una raffineria, ne petrolchimica, ne niente del genere). A Curacao ce ne uno sul porto in mezzo alla città, abbiamo un raffineria nelle Bahamas, una vicino a Palm Beach Florida e tante altre e tutte funzionano bene, nessuno si lamenta ed il turismo funziona. In altri posti del mondo generano grandi problemi ecologici e socioeconomici. Dipende molto da chi li gestisce e dalle leggi e dai politici locali.
Il problema é: i parametri d’inquinamento ed i controlli. I fiumi e ruscelli intorno ad Ortona sono marci, le fabbriche sono vicino casa nostra, nessuno controlla, ognuno copre l’altro. I politici ed il sistema non funzionano.

Anonimo ha detto...

Dunque allora il primo intervento che ho fatto non era tanto distante dalla realtà...
Mi dispiace...
Caro Gianni, l'iter burocratico che vi è stato dietro questo tentato insediamento mi interessa fino a un certo punto. Ciò che da cittadino ortonese mi preme di più è sapere se questo insediamento porti vantaggi o svantaggi alla nostra comunità. Fino ad oggi si è verificato che scienzati e ricercatori, anche sulla base di complessi similari, abbiano bocciato questo progetto...mentre dall'altra parte chi sostiene il contrario non mi pare abbia le medesime conoscenze e sembrano(eufemismo) armati solo di tanta voglia di arricchirsi...In tutti questi mesi non ho visto altro, e per questo sono portato senza alcun dubbio a pensare che dietro l'isediamento dell'Eni non vi sono buoni propositi per la città ma solo interessi dei pochi soliti noti...

P.s.
CMQ CHE LE "TRIVELLE" NON SIANO UN BEL VEDERE E TUTTO DA DIMOSTRARE ;-)
FORZA MILAN!

MARCO GIANGRANDE ha detto...

Ciao Gianni.
Ti rifocalizzo la questione.
Il problema non è il Centro PetrOli ma la petrolizzazione dell’Abruzzo che ha inizio piu’ o meno all’inizio di questo decennio quando “le alte sfere” (quelli che giocano a risiko per intenderci) individuano Basilicata e Abruzzo come nuovi distretti petrolchimici italiani.
Motivo della scelta: regioni estese, poco densamente popolate, posizione strategica e, soprattutto, con basso “tasso di resistenza” della popolazione.
L’intero iter di questo cambiamento avviene in maniera carsica e nel silenzio piu’ totale della politica locale, regionale e nazionale.
L’Abruzzo viene dato in concessioni di ricerca/estrazione/stoccaggio per quasi il 50% del suo territorio. Si trattava solo di iniziare: da dove? Facile:Ortona.
Motivo: presenza già di pozzi, porto e classe politica locale (l’unico potenziale ostacolo rimasto) che spalanca le porte, per ovvi motivi che tutti $appiamo.
Ecco perché il Centro PetrOli è solo un tassello di un problema molto più grande che ahimè solamente ad Ortona si fa fatica a capire ma anche a spiegare.
Per quanto riguarda l’impianto in sé è una raffineria. Ripeto e sottolineo: E’ UNA RAFFINERIA.
Lo dice l'ENI stessa al SEC(Security Exchange Commission) dove vengono controllate tutte le notizie su di se che possono interessare gli investitori. Se scoprono che menti ti cacciano da Wall Strett.
E’ una raffineria delle peggiori perché effettua il primo trattamento di un petrolio classificato come “amaro” e “ pesante”. Non stiamo parlando del petrolio del Mar del Nord o di quello arabico ma di uno di pessima qualità che conviene estrarre e trattare solo se il barile è oltre i 100 dollari.
Ma non voglio entrare nel tecnico.
Questa è una storia marcia dall’inzio alla fine.:INFORMAZIONE, DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE E MANCANZA DI CONTROLLO rimangono le chiavi sulle quali chi continua ad essere a favore è in malafede o ignorante.

giuseppe giambuzzi ha detto...

Intervengo solo per darvi informazioni utili al vostro dibattito:
-in abruzzo il petroli lo si estrae da un secolo, piattaforme sono presenti da 30 aa con i loro relativi centri petroli a bordo.
-un impianto simile al famigerato centro petroli esiste a Cupello e a Pineto
Questo può spiegare perchè nessuno per lungo tempo si sia posto il problema, considerandolo non molto diverso da quello che già esisteva
-l'iter del centro petroli comincia quando l'11 settembre del 2001, mentre succede quello che succede, tutta la classe politica d'abruzzo, dx e sx è a Roma,a pregare in ginocchio l'ENI di non smantellare il distretto di Ortona.
L'eni disse va bene, se le trivellazioni a Miglianico daranno buoni risultati e varrà la pena costruire un centro petroli resteremo, se invece è poco lo estrarremo e lo porteremo a desolforare a vigevano.
Negli anni successivi l'iter di legge andò avanti ottenendo tutti i pareri di legge da parte degli enti di controllo e degli enti locali, regione in testa.
Fra i pareri favorevoli c'era anche quello dell'ARTA diretto da un verde.
Nella campagna elettorale del 2007 a cui tu gianni partecipasti, la realizzazione del centro petroli era nel programma del centrosinistra e Coletti parlava in comizio di imporre all'Eni di chiamare i pozzi non Miglianico ma Ortona 1 e 2.
Il comune di Orona interveniva solo per la concessione della variante edilizia a costruire il centro petroli fuori dalla zona industriale (se avssero scelto di andare a tamarete non avrebbero avuto bisogno di nulla).
Marco Giangrande dimentica che fra i requisiti di "una regione petrolizzata", oltre a quelli che lui cita , c'è quello che ci sia il petrolio, la cui presenza non è soggetta a decisioni politiche, ma c'è o non c'è e basta.
Il TAR nel respingere il ricorso degli ambientalisti ha affermato che l'ENI non aveva neppure bisogno di quel permesso, e questo è stato uno dei motivi del rigetto. Inoltre il TAR stabilì che la legge regionale anticentropetroli non si applicava a quello di Ortona perchè il suo iter si era esaurito prima della legge.

giuseppe.giambuzzi ha detto...

ll PARTE:
tutto questo discorso è per dire che , per quanto ci possa dispiacere Fratino e Di Martino hanno, almeno questa volta pochissime responsabilità.
Ho rispetto di chi come Marco prende posizione con coerenza, al dià che io condivida o no le sue idee.
Non ho stima ne considerazione ne rispetto per chi come
Coletti
De Lutis
Fabrizio Di Stefano
Enrico Di Giuseppeantonio
W.Veltroni e S.Berlusconi hanno
poi soffiato sul vento ambientalista per meschini calcoli elettorali pure sbagliati
L'ENI è già andata via perchè gli conveniva, avendo nel frattempo rivolte le sue attenzioni al Kazachistan e avendo problemi con l'antitrust.
Il petrolio lì sotto resta e ci dovremmo fare i conti, perchè anche se ABCD avesse ragione sulla fine della civiltà dell' auto, prima di farne definitivamente a meno avremmoconsumato tutto il petrolio esistente , compreso quello che abbiamo sotto il culo. Marco ha perfettamente ragione, siamo la regione ideale per "dare una lezione".
Veltroni e Bersani sono favorevoli alle centrali a carbone, alla TAV ecc. figuratevi se , una vlta algoverno potrebbero permettersi il lusso di far farla franca a quattro abruzzesi. Berlusconi poi figuratevi, deve far paura a gli spazzini napoletani...
Infine, ognuno può pensare quello che vuole, ma se si pensa che il centropetroli non vada fatto per gravi motivi di salute pubblica lo dicesse, ma non ci raccontasse di un economia che non esiste, la viticoltura è in grave crisi, i contadini non ci "cacciano"manco le spese e i formaggi descritti dalla prof. Di Carlo esisteranno pure ma io non li ho mai visti.
Infine il paesaggio. hai ragione Gianni, le trivelle non sono un gran che, ma l'Iper, i raccordi , le varianti, le brutte ville stile hollywood sono belle?Almeno le trivelle dopo 5-10 anni vanno via.
Credo che queste riflessioni possano essere di vostro interesse e magari oggetto di pacata discussione.

Anonimo ha detto...

Caro Gianni, ritengo utile indicare la lettera sottoscritta dalla Dott.ssa Maria Rita D'Orsogna
Assistant Professor Department of Mathematics
California State University at Northridge Los Angeles CA con la quale affronta il problema petrolifero in Abruzzo. Ecco il link:
http://www.corriere.it/cronache/speciali/2009/italia-da-salvare/articoli/abruzzo_petrolio_ed40c81e-a9e3-11de-93d1-00144f02aabc.shtml
Dal testo si evince che il "danno" non interessa solo Ortona, ma tutta la Regione Abruzzo. Permettimi un appunto mio personale: complimenti a te per la lodevole iniziativa, ma considerando l'entità e la gravità del problema non mi sembra opportuna la miscelatura, seppure scherzosa, che proponi con Aruba e qualche nudità (la rete, in questo, è già fin troppo assistita).
Il grande Favollo, c.v.d., ha preso, con sagacia, la palla la balzo!
E' con lo scherzo che normalmente i politici ce lo mettono in ....!
Non utilizziamo le stesse tecniche.
Con affetto
Sandro Angelucci

Gianni di Gregorio ha detto...

Da quello che so io, dalle mie esperienze e da quello che leggo, il problema, ripeto, é complesso.
Io vivevo in Venezuela nel ‘77/83 e con il petrolio era un disastro, la zona dei pozzi a Oriente, era uno schifo. Ho vissuto anche a lato delle raffinerie, vendevo prodotti tecnici, era invivibile.
Erano zone appartate del Paese e tutto rimaneva lì. Però ho visto anche raffinerie pulite, dentro e fuori, oltre che ad Aruba.
Perciò da una parte c'é lo spauracchio del petrolio e dall’altra lo sviluppo.
Per Ortona e la nostra costa potremmo anche risparmiarcelo questo rischio, trattandosi di modeste quantità e di poca qualità, in altri casi ci si potrebbe pensare a certe condizioni. La Norvegia e l’Olanda fanno buoni affari (estrazione e raffinazione) con il petrolio. Comunque il petrolio serve. Anche le mutande che portiamo hanno un po di petrolio. 1 o 2 pozzi a Cupello non creano problemi, ma il 50% del territorio abruzzese é un’altra cosa.
Per lo sviluppo della Regione Abruzzo le cose cambiano. Ci sono altri 50 modi per sviluppare. Nell’ortonese l’agricoltura é in coma, le cantine peggio, solo vini tipo kerosene (io non sono un bevitore ma ci capisco), solo qualche privato fa qualcosa di vendibile. Neanche il turismo decolla, siamo ancora al turismo dell’ombrellone.
Comunque il tema é in mano al Governo ed ai politici, ma non dimentichiamo i nostri diretti amministratori dell’epoca che hanno firmato, nascosto le carte e organizzato i propri affari economici e politici. Fratino & Di Martino & Di Stefano sanno che ormai sono in una botte di ferro, é già tutto fatto, é solo questione di tempo.
A Berlusconi o Bersani non possiamo fare molto, ma a gli altri almeno un pizzicotto possiamo darlo. Dove ?

laritorna ha detto...

La stupenda veduta serale di Firenze mi ha ricordato uno dei momenti più belli della mia storia con mia moglie: Era una sera di maggio ed ero andato a Firenze per fare alcune foto per conto del dipartimento di restauro di Architettura alla biblioteca Laurenziana. Salimmo a San Miniato a piedi, passando per il Belvedere michelangiolesco (punto dal quale probabilmente è stata scattata questa veduta) Dopo la visita scendemmo e ci fermammmo in un'osteria del uogo, dove facevano una panunta eccezionale, accompagnata da un Chianti giovane. A sera saremmo poi andati nel quartiere popolare di Santo Spirito per gustare un paio di chianine da un kilo e mezzo ciascuna. Sulla scalinata, vicino l'osteria, mentre brindavo al maggio fiorentino, un giovane lercio, senza scarpe e calze si stava sparando una dose sulla vena del dorso del piede. Notai la faccia della beatitudine, non appena il sangue, dapprima defluito nella siringa, fu poi iniettato nella vena con tutta l'ero. Aveva la stessa mia faccia mentre godevo di quel vino e di quella sera. Quel giorno capii che ognuno ha il suo grado ed il suo modo di essere felice.

PS preferisco il mio

Giovanni ha detto...

Non sono esperto di politica ma a quel manifesto che si vede in giro:

"Liberiamo il futuro ... Dario Franceschini" ci aggiungerei un "DA". Leggo proprio stamane da un giornale locale che invece ad Ortona vince proprio lui. Non so, Bersani mi sembra meglio. Se fosse invece il contrario, rileggetevi l'incipit.

D'accordo con quello che dice Gianni, c'è sempre meno turismo, credo purtroppo che Ortona non possa averne così tanto, stenta anche l'agricoltura ... il petrolio è poco .... quindi? Come gestire la situazione se fossimo in un gioco di "Fantagiunta Comunale" ?

ShareThis

Related Posts with Thumbnails