Se andate in qualunque agenzia di viaggi, tra i depliant troverete certamente quello di Aruba. Isola caraibica dalle bianche spiagge, clima caldo secco, meta da decenni di un ottimo turismo internazionale.
Aruba é piccolina, 20 Km x 9, solo il doppio della superfice del comune di Ortona e riceve circa 50.000 turisti l’anno. La capitale é come Ortona per abitanti, con case stile olandese-germanico, ordinata e pulitissima.
Io ci andavo nell’80/83, all’aeroporto, a ritirare della merce proveniente da Miami o Atlanta per poi riportarmela in Venezuela che é proprio lì di fronte.
Le visite erano brevissime, giusto il tempo di ritirare la merce e riprendere il volo con il vecchio Cessna2 del mio amico Manuel. Andavamo spesso, 1 o 2 volte al mese, erano solo 18 minuti di volo, ma per me era un’eternità di ebbrezza, di meraviglia e d’ammirazione per il mare sottostante, azzurro azzurro, e per il mio amico pilota che non dimenticava mai qualche giravolta in cielo prima di atterrare al “Reina Beatrix”.
In un paio d’occasioni abbiamo pernottato per aspettare merce il giorno dopo e così abbiamo approfittato a dare un’occhiata alla città ed alle splendide ragazze che la popolano.
Dall’alto era chiarissimo, venendo dal sud, il contrasto di colore che la barriera corallina formava sul mare. All’arrivo volavamo bassi e potevo vedere la schiuma delle onde infrante, le barchette dei pescatori di crostacei e quelle dei turisti.
Oggi, dopo tanti anni, Aruba é ancora nei depliant delle agenzie di viaggio di tutto il mondo, meta di giovani sposi, pensionati benestanti ed appassionati sub.
Ad una decina di chilometri dal centro città, verso est, c’è una importante raffineria di petrolio. Raffinano petrolio soprattutto d’altri Paesi, migliaia di barili al giorno. E’ un’area grande, proprio in riva al mare, con un molo dove attraccano le navi per il carico del raffinato e lo scarico del greggio.
A pochi chilometri c’é Curaçao. Un’isola speciale come poche viste, mix di culture, lingue, musica, architettura e storia. Grandi alberghi, immensi casinò, belle spiagge. Ho passato il Natale del 81 a casa di un amico libanese a Curaçao, nell’attesa che nascesse mio figlio Romeo. Il centro storico di Willemstad, con le sue case colorate, é Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Curaçao: un posto che molti naviganti ortonesi conoscono. C’é una gran raffineria Texaco proprio all’entrata del porto e chi ha lavorato in questo settore prima o poi ci passa. Ho visitato parzialmente questa raffineria nel 82 e sono rimasto sorpreso dall’ordine e pulizia in confronto di quelle venezuelane che erano delle belle schifezze.
Oggi, 2008, si parla di un centro oli nel comune di Ortona. Si parla di ambiente, spiagge, terribili malattie, Montepulciano, di un certo Di Giuseppantonio, dell’ENI, di Fratino & Di Martino, contrari e favorevoli, Petrolchimico!, Turismo, Miglianico e Viggiano, Vescovi e Monsignori.
Gran confusione all’italiana. Ah, come rimpiango Aruba !