mercoledì 16 settembre 2009

NEW ZEALAND Vs TONGA (La Sveglia – 10.06.09)

Il rugby non é certamente il nostro sport preferito, però sono rimasto a bocca aperta vedendo su YouTube una partita: Nuova Zelanda contro Isole Tonga.
Vi racconto. La nazionale di rugby della Nuova Zelanda é chiamata, da oltre 100 anni, “All Blacks” per le loro divise tutte nere. Sono i più forti, gli imbattibili, un mito in questo sport. Come eredi dei Maori, prima di ogni partita ufficiale cantano e danzano la Haka, rituale intimidatorio verso il nemico, con gesti minacciosi e linguacce. La nazionale di rugby delle Isole Tonga é molto più modesta, vince poco, però anch’essi eredi dei Maori ed anch’essi hanno la cerimonia del Haka.
Per la cronaca, Tonga fu chiamata dagli esploratori inglesi “Isole degli amici”.
Vedere il preliminare di un incontro tra queste due squadre é uno spettacolo. Cercatelo su Google Video. Danzano, cantano, esorcizzano la paura, impressionano il nemico, ritornano per pochi minuti alla loro origine ancestrale delle tribù Maori, il canto parla della morte e della vita. Veramente uno spettacolo di sport, cultura e tradizione. Un rugbista pesa almeno 100 chili, il rugby é uno sport di forza e posizione, molto fisico, un gioco bestiale giocato da gentiluomini. Molto rispetto dell’avversario, zero cattiverie. Parliamo del terzo tempo, nato con le regole di gioco del rugby. Il perdente applaude il vincitore a fine partita e poi tutti insieme a mangiare e bere birra nel Club House.
Noi, i bianchi, gli esploratori occidentali, quelli del Calcio, quelli del Giro d’Italia e della briscola, siamo diversi. Noi sputiamo in faccia al perdente ed applaudiamo Berlusconi, non cantiamo neanche Vola vola ma andiamo dal politico di turno (non faccio nomi, sto solo pensando!).
Noi, discendenti dei Romani, non siamo neanche capaci a prendere un caffé con l’avversario politico, noi del Processo del Lunedì non riconosciamo neanche l’ufficialità elettorale (vedi Berlusconi).
L’onore del nostro Abruzzo é L’Aquila Rugby, campione di sport e solidarietà, atleti gentiluomini. Invitiamoli ad Ortona, anche solo per toccarli.

1 commenti:

laritorna ha detto...

Fin da piccolo ho avuto il culto del rugby. Io, aquilano, ne facevo una questione di orgoglio. Abbonato per diversi anni alla squadra della mia città natale ho sempre vissuto questo sport con passione, amore per la correttezza, per la lealtà. Molte culture anglosassoni ne fanno una disciplina di vita, nelle scuole. I nostri esempi invece, sono la furbizia, la simulazione, l'insulto gratuito, l'attaccamento agli ingaggi, lo scarso amore per la squadra nazionale. Questo è il calcio oggi. L'italia è il calcio italiano.

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