venerdì 25 settembre 2009

FOTO e VIAGGI

Dagli scatoloni dei ricordi, in questi giorni, sono riapparse foto di gioventù, molti in occasione di viaggi. Purtroppo un’importante quantità di foto sono andate perse decenni fa per disgraziate situazioni familiari. Ho viaggiato molto quando non si usava tanto, in tutti i modi, a piedi, in autostop, in treno e per ultimo in aereo.
Riguardando queste foto mi é venuto in mente di ripercorrere alcuni dei miei viaggi di gioventù o più recenti, riunire gruppi di foto e scrivere alcune righe.
Uno dei più belli viaggi della vita l’ho fatto nel 2003, con due amiche, nella Patagonia cilena.
Patagonia 2003 - Lima, Bolivia e Santiago
Nel 2002 a Santiago de Chile avevo conosciuto una bella ragazza originaria della Provincia di Aisén a sud del Cile. Mi descriveva nature mai immaginate, animali, ghiacciai, la sua familia, i boschi, laghi e tante cose mai viste. Persi il contatto con la ragazza, ma dopo alcuni mesi mi ricordai della sua Patagonia e decisi di andare a vedere questa parte del mondo. Sarei andato solo, come sempre, però due amiche si accodarono e così organizzai per 3. Tutto il viaggio é stato organizzato dal mio computer con un piccolo aiuto del mio amico Gerhard. Io prima passai per Guayaquil, Lima e Santa Cruz (Bolivia) a sistemare alcune cose di lavoro e mi incontrai a Santiago il 16 Ottobre, piena primavera australe, con le mie amiche che venivano da Madrid. Un paio di giorni a Santiago per adattarci e partecipare al compleanno del mio “compay” (compare) Shaanne, un armeno nato a Gerusalem, vissuto tra Roma ed Amsterdam (il padre era un dirigente della KLM) e poi finito per amore, come molti di noi, in Cile.
Verso Sud, Puerto Montt-Puerto Natales
Il Cile é un paese strano geograficamente, é lungo 4.200 Km e largo solo 200 Km nel punto più largo. Una lunghissima striscia di terra tra la Cordillera delle Ande e l’Oceano Pacifico. Parte dal Perù e attraverso il deserto di Atacama e la regione dei vulcani arriva fino al Polo Sud.
Partiamo per Puerto Montt, regione di laghi e vulcani (ce ne sono più di 40 uno dietro l’altro) per imbarcarci su una nave verso Puerto Natales. La nave porta camion che devono andare al sud e siccome non c’é una strada (c’é ne una ma é molto lunga e passa per l’Argentina) devono prendere questo pezzo di ferro. Poi ci sono i turisti, un centinaio, da tutto il mondo, noi eravamo i più vecchi insieme ad una coppia di spagnoli. 3 giorni di navigazione tra fiordi, montagne, isolotti, ghiacciai. I paesaggi li vedete dalle foto, zero città, zero abitanti, molti delfini che la mattina presto accompagnano la nave per un tratto. Il resto silenzio assoluto. Il secondo giorno uscendo a mare aperto siamo rimasti 12 ore a letto per superare il malessere stomacale dovuto al rollio della nave per via delle correnti oceaniche. Pomeriggio del terzo giorno finalmente arriviamo a Puerto Natales (Provincia de Ultima Esperanza, il nome lo dice tutto) dove ci aspettava un NISSAN Patrol ed un diluvio universale.
Parque Nacional Torres del Paine
Appena pronti i documenti per il noleggio del nostro fuori strada partiamo sotto la pioggia con destino Laguna Verde dove dovrebbe trovarsi il nostro hotel. L’indicazione che ci da Christopher é comica: un paio d’ore diritti, poi al segnale Hacienda girate a sinistra e avanti 30/40 minuti, la strada finisce nell’hotel. Così fu, tutta terra battuta, pioggia battente, mandrie di cavalli per strada, alla fine comincia a nevicare e troviamo anche un ponte caduto su un ruscello che attraversiamo tra mille difficoltà con il 4x4.
Finalmente arriviamo in hotel, in pratica una casona di legno, e a quella ora non ha luce perché funziona con generatori che accendono solo 2 ore la mattina e 2 ore la sera. Dopo 3 giorni senza doccia é l’unico desiderio: una doccia calda. In un’ora già pronti e via di nuovo, destinazione il Grande Parco. 5 volte più grande del nostro parco d’Abruzzo é disabitato, solo qualche hotel, animali, silenzio e natura pura 100%. Guardando le foto vi farete un’idea. Un ambiente difficile da descrivere, é il mondo come é nato, il condor governa il cielo, i guanacos invadono la strada, flamingos e tanti altri uccelli nascosti nei canneti delle lagune. Le Torri del Paine le vedete nelle foto, imponenti, sempre avvolte nelle nuvole. Ci saranno una decina di laghi e laghetti fino ad arrivare al Lago Gray. Da un lato del lago si spinge un pezzo di un immenso ghiacciaio, alcune pezzi si staccano ed arrivano fino all’altro lato del lago, come vedete. Un freddo cane. Vicino c’é la frontiera con l’Argentina. Dei luoghi che conosco questo é sicuramente tra i più belli, paragonabile solo al Sahara.

Punta Arenas - Magallanes
Usciti dalle montagne del parco ci dirigiamo ancora verso sud, verso il mare Dedichiamo una giornata intera a questo spostamento ed approfittiamo ad andare a vedere l’arrivo dei primi pinguini sulle spiagge. Scegliamo il Seno de Otway. E’ una lunga spiaggia di sabbia ed arbusti dove ogni anno, a metà Ottobre, a primareva, arrivano migliaia di pinguini per la riproduzione, poi dopo un paio di mesi ripartono per il loro habitat naturale. Questa operazione é super protetta dal governo cileno, bisogna passare per un controllo della polizia, poi percorrere a piedi un tracciato stabilito e per ultimo si può solo stare dietro una staccionata per guardare e fare foto, in silenzio assoluto e senza disturbare. E’ incredibile come le pinguine femmine che arrivano per prime ritrovino il loro buco nella sabbia dell’anno passato per deporre le uova. Le nuove, dopo aver girato tutta la spiaggia scelgono il luogo più adatto. Dopo due settimane arrivano i maschi, fanno il loro dovere e riprendono il mare per procurarsi in cibo. Torneranno dopo 3 settimane carichi di pesciolini per sfamare la nuova familia.
L’arrivo a Punta Arenas é emozionante poichè sei arrivato alla fine del continente americano e per me che lo conosco tutto é la fine di un viaggio durato 30 anni. Il famoso canale di Magellano che sempre studiamo a scuola é imponente, sempre mosso, ventilato, e si vedono diverse navi che passano all’altro oceano. La mia amica Jacky, una bella ragazza impiegata del deposito Nestlé, mi fa vedere le poche cose antiche della città, incluso la parte del cimitero dove ci sono le cappelle gli italiani. Ce ne sono dalla fine dell’800.
Con il nostro NISSAN dobbiamo spostarci quasi 100 Km per andare ad imbarcare su una specie di traghetto che ci porterà sull’isola: la Tierra del Fuego.

TIERRA DEL FUEGO - USHUAIA
La Tierra del Fuego é divisa tra Cile ed Argentina. Arriviamo sulla sponda cilena e ci dirigiamo sul lato argentino. Rotta USHUAIA, la città più a sud del pianeta.
Ushuaia é tutta particolare, sa di essere speciale ed é sempre pronta a ricevere un turismo estremo, é organizzata. L’Hotel Tolkeyen é il più bello che abbiamo visto finora, in un grande parco fuori città, tutta di legno con eleganza, sulle rive del canale di Beagle. Di fronte le montagne di Puerto Williams, territorio cileno con base militare navale. A Ushuaia abbiamo un seggiovia che porta su un ghiacciaio, vicino una pista da sci da dove si vede il mare.
Non contenti di tutto questo, siamo ad oltre 3.000 Km da Buenos Aires, il giorno seguente ci imbarchiamo su un battello che ci porta verso l’uscita del canale a vedere gli animali dell’Antartide che vengono a riprodursi per poi tornare ai loro ghiacci. Un paio d’ore di navigazione e incontriamo una serie di isolotti con migliaia di cormorani, con foche di diversa specie, leoni marini.
Purtroppo rimaniamo solo un’altro giorno a Ushuaia, ci aspetta ancora un lungo viaggio di ritorno. Dobbiamo ancora rifare tutta la Tierra del Fuego, riattraversare il canale di Magellano ed arrivare a Punta Arenas. Quì lasciamo il Jeep e con 4 ore e mezza di volo raggiungiamo Santiago. Le nostre strade si dividono. Le mie amiche hanno subito una connessione aerea con Madrid, io rimango due giorni a Santiago per lavoro ed il Sabato vado a dormire a Medellin, Colombia. Un bel giro direi, 18 giorni, quasi 2.000 Km di strada oltre alla nave e agli aerei, oltre 400 foto scattate ed un filmato riuscito male. Un viaggio che consiglio a tutti: Patagonia cilena.

3 commenti:

bar dello sport ha detto...

Accipicchiolina!
manco i carabineros di pinochet ti hanno fermato.
Non abbiamo nessuna speranza.
Ti dovremmo sopportare per i prossimi 50 anni almeno
( per sicurezza toccati i genitali esterni).

n.b. il linguaggio è adeguato ad un sito accessibile in fascia protetta

Gianni di Gregorio ha detto...

BAR DELLO SPORT, fai il bravo con il linguaggio altrimenti ti mando per punizione 10 anni su un'isola, ARUBA !!!
Fai click sulle foto.

el cafè deportivo ha detto...

carramba hombre!
Stai attento tu!Mi hai dato un idea! Se fai il cattivo ti mettiamo in punizione crocefisso all'ancora che stà fuori nil nautico.
Piuttosto fatti sponsorizzare da chi ha prodotto quella giacca a vento rossa. Gli fai una bella pubblicità

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