domenica 21 febbraio 2010

UDITE UDITE, BENITO E’ MORTO

E’ morto Benito, é morto il Duce. Si, l’abbiamo appena saputo.
E’ morto da eroe, insieme alla sua cara e amata famiglia, difendendo la Patria alla frontiera Svizzera. E’ morto con l’arma in pugno come sempre visse. Fu sopraffatto da un manipolo di sbandati, ladri e assassini denominati Partigiani.
L’Imperatore d’Etiopia e d’Albania é in vacanza a Brindisi e ha fatto sapere che, come noi tutti, é profondamente addolorato. Questa é la storia di ieri.
Oggi parliamo di Giorgio Almirante ed Antonio Gramsci. La signora Guarracino, insieme ad un manipolo di consiglieri comunali ed al Sindaco Fratino, pensa di intestare una via cittadina ad Almirante, poichè essendoci già un asilo intestato a Gramsci sembra giusto pareggiare.
Secondo Fratino, Gramsci era un politico schierato in maniera chiara allo stesso modo di Almirante, perciò se tanto mi da tanto, tocca una via ad Almirante.
Io vorrei evitare di offendere il Sindaco, ho sempre cercato di non superare certi limiti nella mia critica politica, ma in questo caso, a chi fa un confronto del genere, devo dire che il titolo d’ignorante gli sta a pennello.
Con Almirante saremmo ancora in una dittatura, leggeremmo invece de LA SVEGLIA, IL RISVEGLIO DELLA RAZZA e sicuramente non con il professor Falcone. Almirante ha solo usato la democrazia quando la democrazia ha prevalso sulla dittatura, é stato costretto alla democrazia, ma non l’ha mai accettata e mai accettò la Costituzione tanto da non riconoscerla fino alla sua morte. Il M.S.I. non ha mai fatto parte del cosiddetto Arco costituzionale.
Oggi se Fratino é Sindaco lo deve a Gramsci, se Falcone edita LA SVEGLIA lo deve a Gramsci, se la Guarracino siede in Consiglio comunale lo deve a Gramsci, se io parlo e scrivo lo devo a Gramsci.
Non parliamo di destra e sinistra. La pari dignità é un concetto della democrazia non del fascismo di Almirante.
A dimostrazione di tutto questo un ultimo dettaglio.
Gramsci morì in carcere stroncato da oltre 10 anni di reclusione inflittogli dal regime di Almirante perché fondò il Partito Comunista d’Italia.
Almirante morì nel letto di casa sua a Roma circondato dall’affetto della moglie, dei parenti e degli amici, garantito dai valori democratici per cui Gramsci stesso visse e morì. La grandezza della Democrazia, altro che il matòn di Almirante.
Perciò faccio un appello pubblico al Sindaco: FRATINO, lasciaci almeno la medaglia d’oro.

Nota: Il termine “matòn” é usato nella lingua spagnola per definire l’assassino abituale, ricorrente, volontario, sprezzante della vita altrui, a differenza di “asesino” che é usato più in casi d’omicida occasionale o involontario.

2 commenti:

Eros Lanci ha detto...

una storia ortonese piccola piccola, che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, l'apertura mentale dei nostri cari amici amministratori. ma ortona (e gli Ortonesi) tace come le migliaia di vittime civili e militari dell'ultimo conflitto mondiale cadute ad Ortona, medaglia d'oro al valore civile...vergognoso!

Gianni di Gregorio ha detto...

Chissà se riusciremo a sapere la fine di questa storia, se sapremo quando se ne riparlerà al Consiglio comunale, se verrà annulata la delibera ! ! !
Chissà.

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