sabato 9 ottobre 2010

IL GIORNALISMO POLITICO DE “IL GIORNALE”


Sono loro i killer del giornalismo politico italiano, assoldati e pagati da Berlusconi.

16 commenti:

Unknown ha detto...

Hanno imparato la lezione dell'Unità e del Manifesto, assoldati e pagati dal PCI.

:)

Anonimo ha detto...

E' molto facile imitare il male .
Come difficile imitare il bene.
Questi tre signori, se così possiamo chiamarli, non sono giustificabili perchè hanno "imparato la lezione dell'Unità e del Manifesto, assoldati dal PCI" . Sono semplicemente da deprecare, così come tutte le persone come te, che giustifica il male solo perchè altri lo hanno fatto prima (il male).
La cosa che addolora è che un giovane ,studioso di filosofia, ha un meccanismo "mentale" così rudimentale e viziato dalla cattiveria così capillarmente diffusa nella nostra società.

Unknown ha detto...

Ahah addirittura! Non ho giustificato nessuno, io. Ho semplicemente equiparato quello che questi signori stanno facendo con un passato - quello sì - che al contrario viene giustificato e persino innalzato. Per uno che acquista Unità e Manifesto degli esempi come quelli di Belpietro o di Feltri non dovrebbero poi scandalizzare, dato che dovrebbero esserci abituati. Per me è diverso, non ho mai comprato l'Unità nè Libero e non sono (non vorrei essere) schiavo di alcuna fazione, ma libero ideologo. Cosa che, a quanto pare, dà fastidio se addirittura mi si avvicina al "male" - quanto è poco cristiana questa società.

Gianni di Gregorio ha detto...

Caromio, parli a vanvera, per sentito dire e non capisci la situazione politica in cui ci troviamo.
Se confondi L’Unità ed Il Manifesto con Il Giornale vuol solo dire che hai una confusione gigantesca della storia politica ed editoriale dell’Italia.
Capisco la giovane età, ma se non sai le cose prima di parlare almeno informati. Se mi chiamavi prima ti avrei spiegato la differenza tra questi 3 quotidiani.
E poi, per favore, risparmiaci la tua cristianità.

Unknown ha detto...

C'è poco da fare distinguo: l'Unità e il Manifesto erano due giornali di partito (oggi non lo sono più perchè è scomparso il partito a cui facevano capo, no?); allo stesso modo Il Giornale è un giornale "di partito" - proprietario famiglia berlusconi - così come Libero, che nasce per diffondere le posizioni leghiste. Io non vedo troppa distanza concettuale tra una parte e l'altra, sono esempi di intrecci tra informazione, potere e politica. Non entro nel merito, voglio solo far capire che tanto siamo sullo stesso piano e non si rivolve nulla "parteggiando" per l'una piuttosto che per l'altra "informazione". Gianni non 'cè nulla di catastrofico in questi giornali così come non c'era nulla nei vecchi giornali di partito: anche questa è libertà di espressione. Che poi tu giudichi l'una vera e l'altra errata, è tutt'altro fatto perchè non interessa il giudizio, ma solo il piano su cui si discute. La mia cristinità è tutt'altro che assodata, ma era solo una battuta per l'anonimo. La cristinità ci dovrebbe avere insegnato che in questo mondo non esistono i concetti assoluti di "bene" e "male"; trovo dinanzi a me la sfida di costruire un'europa "dopo" la cristianità, ossia laica, ma trovo che molte persone, come l'anonimo, siano ancora fermi a schemi mentali del tutto pre-cristiani. Comunque non c'entra nulla con il tema, hai ragione.

Buona domenica!

Anonimo ha detto...

Il periodico Il Manifesto nasce dalla componente più "a sinistra" del Partito Comunista Italiano (PCI) che con Pietro Ingrao aveva sostenuto nel corso dell'XI congresso alcune battaglie per la democrazia interna al partito e sollevato la questione del "modello di sviluppo" in contrapposizione alla componente più "moderata" del partito, capeggiata da Giorgio Amendola.

L'idea di dare vita a una pubblicazione autonoma risale all'estate del 1968, ma viene congelata in vista del XII congresso del PCI, dove, peraltro, Pintor, Natoli e Rossanda non avevano votato in comitato centrale le tesi.

La rivista assume posizioni in contrasto con la linea maggioritaria del partito (in particolar modo rispetto all'invasione Sovietica in Cecoslovacchia, con l'editoriale uscito nel secondo numero intitolato "Praga è sola") che ne chiede la sospensione delle pubblicazioni. Il Comitato centrale del PCI del 24 novembre 1969 delibera la RADIAZIONE per Rossana Rossanda, Luigi Pintor e Aldo Natoli con l'accusa di "frazionismo". Successivamente viene adottato un provvedimento amministrativo per Lucio Magri e non vengono rinnovate le iscrizioni per Massimo Caprara (dal 1944, per 20 anni, segretario personale di Togliatti), Valentino Parlato e Luciana Castellina.
caro dottor filosofo Fiamma prima di aprire bocca controlli di aver attivato il cervello per favore
Giovanni G.

Il Santo ha detto...

Il bene e il male sono parole utilizzate dall'anonimo, credo, per rappresentare meglio il dualismo peccato, virtù.
Per rendere l'idea a volte si ricorre spesso a queste rappresentazioni. Anche Gesù lo ha spesso utilizzato . "..è più facile che un cammello passi la cruna di un ago che un ricco....".
Anzi ,il concetto espresso dall'anonimo a mio avviso è molto giusto e calza a pennello per il cristiano Fiamma il quale ha una fortissima allergia per il movimento socialista ed operaio italiano.
Il Fiamma non perde mai occasione per esprimere tutto la sua astiosità nei confronti della sinistra italiana .
Ora cerca di accreditare i tre personaggi definendoli come allievi prediletti dell'Unità e del Manifesto.
A questo punto mi sorge il dubbio che il Dott. Fiamma non ha mai letto questi giornali che sono stati i maggiori interpreti del movimento operaio e democratico del nostro Paese. In particolare L'Unità (fondato da Antonio Gramsci)ha dato un fortissimo contributo alla lotta di Liberazione dal fascismo .
Forse solo per questo il Dott. Fiamma (cristiano ed amante della democrazia) poteva risparmiarsi quell'infelice accostamento.

Gianni di Gregorio ha detto...

Vedi Andrea, riordiniamo le idee.
L’Unità, mi riferisco al vecchio giornale fino al ’97, non é stato un semplice quotidiano, ma é stato l’organo di stampa del PCI. Un quotidiano totalmente politico che interpretava esattamente la linea politica di un partito politico.
Nel bene e nel male ha rappresentato una pagina di storia italiana, dal suo fondatore alla clandestinità, dagli articoli di Cesare Pavese a quelli di Italo Calvino, dalle celebrazioni di Stalin al funerale di Enrico Berlinguer. Più di 70 anni d’inchiostro, 3 generazioni. Un paio di volte, da ragazzo, ho accompagnato Vittorio Gaspari a vendere L’Unità per l’Orientale. Milioni di copie in tutta Italia !
Non c’era un padrone, c’era un partito popolare con milioni di persone.
Il Manifesto era diverso. E’ nato da un gruppo di grandi intellettuali che formarono una semplice cooperativa per finanziarlo. Parliamo della crema intellettuale della sinistra italiana ed europea: Luciana Castellina, Rossana Rossanda (esempio di donne impegnate all’epoca), Lucio Magri, Luigi Pintor, Valentino Parlato ed altri. E’ sempre stato un giornale critico, molto chic, di alto livello, anche, a volte, difficile da leggere. Tra il 75 e il 76 dormivo spesso a Roma durante il servizio militare dalla mia amica Bruna (di nome e di fatto) che abitava esattamente sopra la tipografia del Manifesto. Più di una volta ci regalavano il giornale quando uscivamo presto. Neanche Il Manifesto ha mai avuto un padrone.
Oggi i giornali sono cambiati, abbiamo internet, la gente é più istruita, i giovani viaggiano per studio o per vacanza, una volta era solo per andare a lavorare a Milano o in Germania. Tutto é cambiato. Non avvicinare neanche mentalmente questi giornali a Il Giornale di Berlusconi.
Attento, i giornali non sono tutti uguali, sono come gli uomini, ognuno ha una storia differente.

Anonimo ha detto...

Solo per le facce che si ritrovano dovrebbero essere indagati.
Questi sono gli eredi della migliore tradizione democristiana e socialista.
State sicuri , saremo noi di FLI a ripulire l'Italia da questi dipendenti solerti ed efficaci a servizio di giornali controllati dalla famiglia Berlusconi.

Unknown ha detto...

eheh mmma mia quante reazioni, allora ho colto nel segno! E' chiaro che ogni giornale ha una propria storia e una certa genealogia di editori e linee guida, ma non mi bevo la storiella dei giornali liberi contro i giornali padronali. Credo che entrambi siano sulla stessa barca, ma mentre per molti di voi il fatto che alcuni siano a sinistra li rende automaticamente "onesti", "giusti" o "intellettuali", per me non è così! Quei tre nella foto non sono mostri, ma neanche santi: è gente che fa il proprio lavoro in un giornale con una propria linea editoriale, niente di più e niente di meno diquello che fanno i giornalisti di sinistra.

Anonimo ha detto...

bENE COSì. pERò CONVIENI CHE HANNO LE FACCE DA C....E MERITANO DI ESSERE PERSEGUITI PENALMENTE ?

Gianni di Gregorio ha detto...

Se ci sono tante reazioni, e secondo me neanche tante, non vuol dire che hai colto nel segno, anzi vuol dire che sei proprio fuori strada e che probabilmente, purtroppo, non riuscirai a capire mai certe differenze.
Lo stesso discorso che io ti ho fatto vale, anche se in modo minore, per il Secolo d’Italia. E’ il concetto che conta, non l’idea politica.
Il giornalista scrive, racconta, da le sue opinioni, NON MINACCIA, NON RICATTA, NON DIFFAMA SAPENDO DI DIFFAMARE AD USO POLITICO (vedi Marrazzo, vedi Boffo, vedi Fini, vedi Marcegaglia e tanti altri).
I curriculum personali e professionali di Feltri, Sallustri e Porro sono noti a chi coscosce la stampa ed é per questo che lavorano con Il Giornale e non con Il Corriere della Sera o con La Stampa.
Comunque, a questo punto non credo che tu possa capire queste differenze. Mi arrendo.

Unknown ha detto...

il bello della democrazia è che ognuno puo esprimere la propria opinione,non serve aggredire chi la pensa in maniera diversa, o peggio dirgli che non capisce,sicuramente le storie dei giornali in questione sono assai diverse tra loro,come vero è che unità e manifesto mai hanno minacciato o ricattato, se non ricordo male.
entrambi però sono giornali chiaramente di parte, anche se quelli di sx spesso criticano anche aspramente i propri rappresentanti,quindi possono sembrare uguali a chi la pensa diversamente.
permettetemi un ultimo pensiero rivolto al signore anonimo del 11/10/2010 10.33, io sono tesserato socialista dal 2001, sono orgoglioso di esserlo e me ne vanto, la tradizione socialista forse è la più gloriosa al mondo e sbrigarla in due parole è un vero peccato.
grazie.

Anonimo ha detto...

Mi riferivo agli ultimi anni del PSI, quello craxiano. Era proprio un partito di m....
Noi del MSI seppur avversari del PSI lo abbiamo sempre rispettato; ma poi è arrivato Craxi il compare di Berlusca ed il PSI ha meritato tutto il male che gli è caduto addosso. La cosa buffa è che Cicchitto,socialista non dell'ultima ora, oggi è il più sentito consigliere del Berlusca: Insomma voi socialisti facevate schifo prima e lo fate ancordipiù oggi. Non andarne orgoglioso , non ti fa onore; mangiapane a tradimento( voi ex-PSI).

Unknown ha detto...

considero cicchitto non un socialista ma un opportunista, come tanti che si intruppana nei partiti che contano solo per interessi personali.mi sembra di capire che non ti piaccia il cavaliere ,Vostro alleato di governo, strano......
non ho capito se hai dato a me del mangiapane a tradimento o ai socialisti , oggi, Vostri alleati, per quello che mi riguardo quando riesco a mangiare devo solo dire grazie a me, ma questa è un ' altra storia.
saluti.

Anonimo ha detto...

Comunque tu la giri rimane il fatto inconfutabile che il PSI è stata una fabbrica di "mangioni a tradimento". Meno male che il tuo compagno Craxi è scappato all'estero per fuggire alla galera altrimenti si sarebbe mangiato insieme ai compagni socialisti anche la famosa cupola di S.Pietro.
Oggi solo per carità umana gli italiani non vi sputano in faccia. Avete rovinato la poltica(insieme ai democristiani)e, ancora peggio, avete rovinato per sempre il vecchio e glorioso, si fa per dire, PSI di Matteotti,Pertini ecc..
Quindi caro compagnno Antonio cambia testa e non abusare della pazienza degli italiani.

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