mercoledì 2 febbraio 2011

I MATRIMONI CATTOLICI


Leggo su LA SVEGLIA le consuete statistiche, aggiornate e precise, su nascite e matrimoni ad Ortona.
Tutti numeri per me conosciuti, però la tabella sui matrimoni mi fa riflettere.
I matrimoni con rito cattolico sono in forte diminuzione. Dal 4% di matrimoni civili sul totale di 30 anni fa siamo passati ad 1/3 sul totale dello scorso anno. A questo dobbiamo aggiungere le unioni libere che non sono registrate e che secondo me rappresentano un numero importante. A conti fatti, possiamo dire che abbiamo 50% e 50%, cioé la metà é cattolica e l'altra di differente opinione. Suppongo che la percentuale di divorzio sia uguale per tutte e 3 le scelte.
Dobbiamo tener conto che parliamo di Ortona, cittadina del Centrosud, e che se ci spingiamo un po più a nord le percentuali di matrimonio con rito cattolico diminuiscono ancora di più fino ad arrivare ad un massimo di 1/3.
Se poi calcoliamo i cattolici che realmente seguono i dogmi della propria religione, per esempio la Messa della domenica, allora la percentuale scende bruscamente fino al 10-15%, forse il 20%.
Mi chiedo: perché la Chiesa cattolica sbandiera periodicamente l'Italia come Paese cattolico con un 93% di cattolici ? Che senso ha calcolare i battezzati se poi di questi si perdono per strada la stragrande maggioranza ?
Perché la Chiesa ed il governo si fanno in quattro per mantenere il crocifisso nei locali pubblici, ricordandoci che é un'antica tradizione e che esso é parte della nostra cultura ?
Non sarà che si é cattolici solo per festeggiare Natale e Pasqua con i relativi regali, vacanze e mangiate, o assistere alla barchetta di San Sebastiano ?

5 commenti:

Unknown ha detto...

Non posso certo esimermi dal rispondere a questo spunto. Sinceramente più che azzuffarci sulle tue considerazioni finali, delle quali abbiamo già discusso ampliamente altrove e di cui conosciamo le rispettive opinioni, mi interesserebbe riflettere più sulle statistiche. Dunque, più che sottolineare la crescita dei matrimoni civili - che in realtà sono cresciuti sì, ma meno di quanto una società "progressista" possa aspettarsi -, mi colpisce la drastica dminuzione di quelli con rito cattolico. Dai 170 del 1983 passiamo ai 72 dell'ultimo anno, quindi, per così dire, - 100; quelli civili sono aumentati invece "solo" di 30 unità; quelli totali - ancora più interessante - sono in qualche modo diminuiti. Tuttavia non docciamo dimenticare di scorrere anche gli anni "intermedi", che non indicano sempre una caduta libera, ma a volte ci sono rialzi e aumenti. Insomma, a me più che riflessioni sui matrimoni cattolici e civili, mi sembra che l'unico dato interessante sia il drastico crollo di matrimoni negli ultimi due anni. Questo accade anzitutto per una questione "globale" di insicurezza economica, che, come sappiamo trascina tutto nel baratro: meno sicurezza, meno matrimoni, ragazzi e ragazze più tempo in casa con i genitori e soprattutto meno figli. La crisi si sente parecchio.

ilsupplente ha detto...

Gli italiani non si sposano più. Il fenomeno è in atto da decenni e dal 2007, anno d'inizio della grande crisi, ha subito una notevole impennata. Il disagio economico, e la crescente incertezza del futuro enfatizza il processo, si va all'altare solo quando si è deciso di avere figli. Poi c'è la questione casa. Chi si sposa e soprattutto ha figli mette in conto un abbassamento del tenore di vita, senza contare che il "si" espone automaticamente all'eventualità di una separazione e questo non è proprio il momento adatto per rischiare. Una donna su due non lavora e ha rinunciato a trovare lavoro, un giovane su cinque non lavora e ha smesso di credere nella possibilità di trovare una occupazione di conseguenza ne viene fuori un quadro poco incoraggiante frutto della disoccupazione e delle condizioni economiche delle famiglie. Qundi caro Gianni a mio parere non è corretta la distinzione tra unioni cattoliche e unioni di differente opinioni. Poi se vogliamo discutere ed affrontare il tema della laicità dello stato è tutto un altro discorso...

Anonimo ha detto...

Joseph Schumpeter aveva previsto tutto diversi anni fa attraverso il paradigma del sistema inespresso del calcolo dei costi.

Gianni di Gregorio ha detto...

Il tema del post é chiaro. Non si tratta di valutare la quantità di matrimoni in assoluto, ma si tratta di riflettere sul crescente aumento dei matrimoni civili, cioé non in chiesa, in rapporto al totale. Dobbiamo tener conto che Ortona é un paese anagraficamente fermo e che automaticamente ha una diminuzione di matrimoni per il forte aumento dell'età media. Inoltre bisogna tener conto che ci sono decine e decine di unioni di fatto che non sono rappresentati nei 110 matrimoni registrati nel 2010. Questo vuol dire che ormai anche da noi il matrimonio religioso (cattolico nel nostro caso) in 30 anni ha perso da un 40% a un 50%.
Allora, vogliamo continuare a valutare il peso cattolico nella società ortonese in base alle presenze alla barchetta di San Sebastiano o forse é il momento di valutare il tutto con un altro metro ? ? ?

Unknown ha detto...

Gianni i numeri si possono leggere in svariate maniere ma secondo me non è un caso che sia io sia il supplente (che, dati i vecchi interventi, non mi sembra di certo in linea con le mie posizioni) abbiamo notato più il calo totale che quello che scrivi te; e poi abbiamo cercato di motivarlo, con ragioni che mi sembrano abbastanza forti. Insomma, a noi sembra che le statistiche parlino in un certo modo, poi se vuoi veicolare per forza una tua idea è altra cosa, ma si tratterebbe della tua solita ideologia - quindi, niente di nuovo.

Ciao a presto.

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